La Grecia, tra dieci mesi, nell’agosto 2018, uscirà dai Memorandum of Understanding che l’hanno di fatto commissariata negli ultimi sette anni, e diventerà nuovamente un paese normale. Questo è in messaggio di fondo del premier Alexis Tsipras, leader di Syriza, in una intervista esclusiva concessa al quotidiano di Atene Efimerida Syndakton, dopo quasi tre anni di azione di governo.
«Il 2017 non è certo uguale al 2105», ha detto il leader di Syriza riferendosi al momento più acuto della crisi greca quando si tenne il referendum e poi, dopo la minaccia di buttar fuori Atene dall’eurozona da parte dell’ex ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, venne licenziato in tronco Yannis Varoufakis dal posto di ministro delle Finanze greco. Il governo di Atene ora punta a chiudere la terza revisione dell’applicazione di quanto previsto nel terzo programma di sostegno, entro la fine dell’anno.
Possibile? Ci riuscirà? I segnali sono incoraggianti: l’Esm ha autorizzato giovedì 26 ottobre l’erogazione di 800 milioni di euro per aiutare la Grecia a “pagare gli arretrati”, secondo una dichiarazione ufficiale.
Atene ha firmato un piano di aiuti europeo di 86 miliardi di euro, il terzo, nel luglio 2015 a causa delle difficoltà nel rimborso dei debiti, combinato con un debito colossale (180% del Pil ). Il programma, che dovrebbe terminare nell’agosto 2018, ha già visto l’erogazione di 40,2 miliardi in cambio dell’impegno del governo greco per varie riforme strutturali, comprese le privatizzazioni.
Il governo di Syriza intende continuare a chiedere l’alleggerimento del debito, soluzione a cui si oppone però la Germania, un tema che dopo la formazione della coalizione di governo tedesco con l’ingresso dei liberali subirà un nuovo irrigidimento. Christan Lindner, il nuovo segretario dei Liberali tedeschi che potrebbe riservare sorprese al premier greco Tsipras e fargli addirittura rimpiangere Schaeuble. Le dichiarazioni di Lindner sulla Grecia sono state estremamente severe. Secondo i leader dei Liberali Atene dovrebbe uscire dalla zona euro perché i suoi conti non sono sostenibili con un debito che corre al 180% . Non solo. Lindner che potrebbe diventare il nuovo ministro delle Finanze tedesco si oppone alla flessibilità concessa ad alcuni Stati europei. Lindner è favorevole ad una Europa a piú velocitá, in cui le economie piú dinamiche sono libere di avanzare senza preoccuparsi di chi rimane in fondo alla classifica. Infine il partito liberale Fdp non approverà mai al Bundestag un’ulteriore coinvolgimento tedesco in un nuovo programma di assistenza per la Grecia.
Atene, dopo anni di austerità, vorrebbe invece per Natale concedere un alleggerimento dei sacrifici, un programma di politica sociale di sostegno alle famiglie povere per un miliardi di euro.
Mitzotakis, leader del centrodestra di Nea Dimokratia dopo Antonis Samaras si dice certo che dopo la conclusione del Memorandum, l’anno prossimo, la Grecia sarà costretta a firmarne il quarto rinunciando a tornare un paese normale e rimanendo sotto la vigilanza dei creditori.
Certo gli impegni sono pesanti: dopo 13 tagli alle pensioni è previsto un altra riduzione alle pensioni di reversibilità e non sarà facile rispettare quanto pattuito con la troika per l’avanzo primario (al netto degli interessi sul debito) nel 2018, che è fissato al tetto del 3,5% del Pil. Evitato il default a costo di grandi sacrifici, l’obiettivo è uscire dal commissariamento ma alla fine dell’iter c’è l’incubo della nomna di Lindner a Berlino a rallentare il percorso per l’agognato taglio del debito.