L’occasione era la giornata del Risparmio, il petrolio di questo paese di formiche spesso però tradite nelle loro aspettative e il presidente dell’Acri non ha voluto mancare all’appuntamento per fare il punto sulla situazione del credito in Italia. E visto che Giuseppe Guzzetti, banchiere di lungo corso, non parla di frequente è meglio ascoltarlo attentamente perché i due sassi che ha lanciato nello stagno sono elementi su cui riflettere.
“E’ indispensabile evitare qualsiasi tentazione di coinvolgere Cdp in operazioni apertamente in contrasto con il suo statuto, che vieta di investire in aziende in perdita; cio’ al fine di non comprometterne la capacita’ di sostegno all’economia, il patrimonio, gli equilibri di bilancio e di conto economico. Le Fondazioni azioniste non daranno mai il loro assenso – determinante per statuto – a simili operazioni”. Lo ha affermato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, aprendo i lavori della 93esima Giornata mondiale del risparmio. Nelle ultime settimane sono circolate ipotesi di interventi di Cdp in Alitalia o nella vicenda Ilva riporta l’agenzia Radiocor. Guzzetti ha notato che “per un rilancio significativo dell’Italia sono più che necessari investimenti che si traducano in infrastrutture, funzionali alle logiche dello sviluppo” e che “la Cassa Depositi e Prestiti, di cui le Fondazioni di origine bancaria sono azioniste, sta dando un contributo non secondario in questo senso”. “Esprimiamo una positiva valutazione dell’operato di Cdp e il pieno sostegno al presidente Claudio Costamagna e all’amministratore delegato Fabio Gallia, che stanno assolvendo con competenza e impegno alla “nuova” funzione della Cassa di ente promotore dello sviluppo economico del Paese”, ha concluso Guzzetti. Insomma bene i due banchieri, che con competenza ed esperienza internazionale, stanno facendo bene ma attenzione a restare concentrati sugli obiettivi. istituzionali.
Guzzetti però non ha voluto mancare di dare il proprio giudizio su alcune nuove proposte di regole per gli ammortamenti degli NPL che secondo gli analisti potrebbe fare molto male ai dividendi delle banche italiane se approvate. “I recenti indirizzi della Vigilanza unica contenuti nell’addendum alle disposizioni sulla gestione” dei crediti deteriorati, “che fondano la dismissione su un discutibile automatismo, sottovalutando le diversità delle giurisdizioni, la capacità di gestione degli stessi prestiti a livello aziendale e le conseguenze per il riversamento sul mercato di grandi quantità di tali finanziamenti favorendo nettamente i potenziali acquirenti, vanno nettamente riconsiderati”, ha poi aggiunto il presidente dell’Acri, sempre nel corso del suo intervento di apertura della 93esima Giornata mondiale del risparmio. Secondo Guzzetti, inoltre, “si trascura l’impatto” che l’applicazione delle nuove regole “potrebbe avere, concentrando le azioni sul patrimonio, nelle quantità di prestiti erogabili. Sono indirizzi, questi, che obbediscono a una “filosofia” dei controlli che presenta molti punti assai discutibili, basata com’e’ sull’assoluta predominanza dell’attenzione al patrimonio e su di un’incessante emanazione di norme”, ha proseguito il numero uno dell’Acri. “A tre anni dall’introduzione della Vigilanza accentrata – ha scandito – occorrerebbe un esame approfondito dell’esperienza sinora compiuta, innanzitutto per porre rimedio alle impostazioni difficilmente condivisibili e per dare corpo anche in questo campo al principio di sussidiarietà. Lo esige una efficace tutela del risparmio e un migliore sostegno, con la leva del credito, a famiglie e imprese. Si impone, poi, un deciso miglioramento della comunicazione istituzionale”, ha detto ancora Guzzetti, rilevando che “la positiva e rapida evoluzione della qualità degli attivi della maggior parte delle banche italiane è il risultato della felice combinazione di molti fattori, in primis congiuntura economica e migliore capacità di selezione della clientela. E’ per questo che concordiamo con chi giudica inopportuna l’ipotesi di inasprire ulteriormente il trattamento contabile dei prestiti deteriorati – ha concluso – Riteniamo ora più utile consentire una stabilizzazione della congiuntura economica e una valutazione ex-post delle numerose novità’ normative introdotte in questi anni su questo terreno”. Il richiamo preciso al principio di sussidiarietà (principio previsto dai Trattati europei) che impone di portare la decisione a livello più vicino e più periferico possibile quando questo sia possibile è un chiaro richiamo a non accentrare a Francoforte competenze e vigilanze che potrebbero essere meglio applicate a livello nazionale. Insomma un invito a muoversi con maggiore prudenza visto che lo stesso presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani ha visto in questo annuncio della vigilanza Bce della signora Nouy, uno possibile strappo istituzionale.
Tutto queste manovre mentre le previsioni volgono al bello nell’eurozona: l’ufficio statistico dell’Unione europea Eurostat ha stimato martedì che il prodotto interno lordo dei 19 paesi che utilizzano l’euro è cresciuto del 0,6 per cento nel periodo luglio-settembre rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2016. Sarebbe un peccato rovinare tutto con mosse azzardate che potrebbero gelare la ripresa.