Sul cosiddetto “Addendum” della Bce sugli NPL si sta giocando un partita molto più complessa che va al di là della questione in sé apparentemente solo tecnica: in prospettiva dall’esito di questo braccio di ferro si decidono le sorti dell’ unione bancaria, del mercato unico dei capitali e di un futuro bilancio comune dell’eurozona. Possibile? Parrebbe proprio di sì. Ma andiamo con ordine.
“A nostro avviso l’Addendum della Bce sulla copertura delle sofferenze bancarie va oltre i limiti che sono stati definiti per la Sorveglianza bancaria unica in materia di vigilanza nel senso che viene prefigurato un vincolo generalizzato per il sistema bancario nella gestione dei ‘non performing loans’ mentre questa dovrebbe riguardare casi singoli, banca per banca: pensiamo ci sia dal punto di vista legale qualche forzatura”. Così si è pronunciato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan confermando in tono apparentemente accademico ma nella realtà molto politico che questa resta la posizione del governo italiano sulle indicazioni Bce per la copertura integrale della sofferenze bancarie. Interrogato dai cronisti sul consenso espresso dall’Eurogruppo alla linea Bce sugli Npl a detta del presidente dell’eurogruppo Jeroem Dijsselbloem, Padoan ha indicato di essere stato l’unico ministro a intervenire sul tema dopo il rapporto presentato dalla responsabile della Vigilanza Bce Nouy. “Non so se si tratta di silenzio-assenso” da parte dei ministri, certamente “sono stato l’unico a sottolineare aspetti di metodo e di merito” che non convincono l’Italia. Una precisazione molto interessante che segnala una battaglia in corso senza esclusioni di colpi a Bruxelles. L’Italia dopo l’approvazione silente del bail in che tanti problemi ha poi provocato ha cambiato tattica e ora apre il fuoco di sbarramento durante la partita in corso a Bruxelles.
Vediamo ora la posizione della signora Nouy. La Bce difende a spada tratta la linea sulla copertura integrale delle sofferenze bancarie da partire dal 2018 secondo una tabella di marcia definita e stretta. Lo ha confermato la responsabile della vigilanza Daniele Nouy nel corso di un forum sulla supervisione bancaria a Francoforte. “Alcune banche hanno fatto sforzi, altre sono rimaste indietro” nello smaltimento degli Npl. In ogni caso la Bce non ritiene che attualmente tali ritardi implichino dei rischi di tipo sistemico perché riguardano banche importanti che però non presentano rischi per l’insieme del settore bancario della zona euro. Rispondendo a una domanda sull’Italia, Nouy ha difeso la linea seguita per il Monte dei Paschi con la ricapitalizzazione cautelativa, indicando in generale di non ritenere che sarebbe stato preferibile il fallimento di alcune banche con aplicazione del regole del bail-in che coinvolgono azionisti, obbligazionisti subordinati e correntisti fino a 100mila euro. Le banche, però, “devono smettere di negare la realtà'”. Parole dure che non sembrano presagire nulla di buono anche se per trovare un compromesso di solito si deve difendere la posizione più estrema. Vedremo nei prossimi giorni dove potrebbe giungere la flessibilità della vigilanza.
Anche l’Europarlamento difende la posizione assunta sugli interventi della Bce in materia di crediti deteriorati (Npl), e ritiene indispensabile completare l’unione bancaria e il mercato unico dei capitali e chiede che si punti alla creazione di un bilancio dell’Eurozona (come indicato dal presidente francese Macron e in maniera più limitata dal presdiente della commissione Juncker) per rispondere in maniera più puntuale ed efficace a problemi come la disoccupazione, la sicurezza, l’immigrazione. Questi, a quanto si è appreso, i principali temi emersi – secondo l’Ansa – in occasione del ‘dialogo politico’ avviato tra Pe e Consiglio Ue con una prima cena informale a cui lunedì hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, il presidente della commissione economica Roberto Gualtieri, i ministri Pier Carlo Padoan, i suoi colleghi di Spagna e Germania nonché i commissari Valdis Domrovskis e Pierre Moscovici. L’incontro è avvenuto in occasione della riunione dell’Eurogruppo-Ecofin in corso a Bruxelles. Questo è il panorama delle forze in campo di tutti contro tutti dove le istituzioni fanno fatica a trovare la consueta quadratura del cerchio.