Si allunga la lista dei “pentiti” della cura di austerità inferta alla Grecia dal maggio 2010 al 20 agosto agosto 2018. Jacob Lew, l’ex segretario al Tesoro Usa, intervistato dalla Ert, la tv di stato greca, ha ammesso davanti a Lena Argiri, corrispondente greca a Washington, che l’austerità ha gravato pesantemente sull’economia della Grecia, una scelta contraria alle regole della macroeconomia (che non consigliano di aumentare le tasse e ridurre le spese in una fase di recessione, ndr) ma molti dei creditori internazionali hanno dovuto accettare il compromesso perché era l’unico modo per consentire alla Grecia di sopravvivere.
L’ammissione si aggiunge alle parole di Jeroen Dijsselbloem, l’ex presidente dell’eurogruppo, che davanti alle telecamere della tv olandese si è pentito delle politiche troppo severe inferte alla Grecia in un momento di dura recessione. https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-09-02/l-ex-presidente-dell-eurogruppo-dijsselbloem-si-pente-abbiamo-chiesto-troppo-grecia-093509.shtml?uuid=AEPNoYiF
La presa di posizione si aggiunge alla affermazione del portavoce del Fmi sulla necessità di applicare il prossimo gennaio i tagli pensionistici previsti dalla Grecia. Gerry Rice ha detto a Washington che i tagli dovrebbero essere implementati per “migliorare le prospettive a lungo termine del paese” e inviare a “un chiaro segnale” agli investitori che il governo rimane impegnato alle riforme concordate. Parlando ad una programmata conferenza stampa, il portavoce dell’Fmi, Gerry Rice ha ribadito che i tagli alle pensioni greche sono stati concordati dal 2017. Recentemente la troika, giunta ad Atene per la prima volta da quanto Atene è uscita dal terzo piano di aiuti, ha ribadito la necessità dei tagli previdenziali nonostante le pressioni del governo Tsipras preoccupato di avere un forte distacco nei sondaggi effettuati dalla società Pulse per Ski tv che vedono in testa i conservatori di Nea Dimokratia al 31,5% seguiti da Syriza al 22%, un distacco di 9,5 punti percentuali.