La Francia, del dopo attentato terroristico ai mercatini di Natale di Strasburgo, si prepara a una importante novità fiscale: dal primo gennaio 2019 entrerà in forza la riforma voluta dall’ex ministro delle Finanze Sapin, che introduce la ritenuta alla fonte https://www.economie.gouv.fr/prelevement-a-la-source/pourquoi-la-reforme per i redditi da lavoro dipendente, autonomo, di pensione e fondiari. I contribuenti transalpini erano abituati a fare i conti con il fisco dopo un anno, in pratica i redditi erano riscossi al lordo e le imposte versate l’anno successivo. Ora tutto cambia e Parigi si allinea a quanto fanno tutti gli altri paesi in Europa con l’eccezione della Svizzera.
La Francia e la Svizzera infatti sono gli unici due paesi in Europa a non aver ancora adottato l’imposizione alla fonte. Premettiamo che il sistema di riscossione francese attuale funziona ed è molto efficiente. A Bercy, sede del ministero delle Finanze transalpino, sulle rive della Senna nel moderno edifico in vetro e cemento, il ministro in carica manovra il gettito fiscale usando le leve della burocrazia con precisione cartesiana. Il fisco francese è una macchina da guerra che forse non conosce rivali in Europa.
Ma ora anche la Francia, sebbene in parlamento la novità sia stata molto dibattuta e il Medef, la Confindustria francese, si sia lamentata dei nuovi oneri esattoriali non retribuiti a carico dei datori di lavoro, applicherà il nuovo sistema a partire dal 1° gennaio 2019. Così come avviene in Italia da anni non senza qualche malumore sia da parte delle aziende costrette a fare da esattore che da parte dei dipendenti che si vedono spesso recapitare il famoso e temuto conguaglio a fine anno.
Ma per i contribuenti francesi, già sul piede di guerra per il calo del potere di acquisto in alcuno strati sociali, la novità fiscale potrebbe accendere ulteriormente gli animi e risultare non gradita rispetto al sistema precedente.
Secondo la normativa vigente fino a fine dicembre 2018, i dipendenti francesi erano tenuti a mettere nel salvadanaio una parte di stipendio incassato nell’anno per poi versare le imposte sul reddito l’anno seguente. Che succederà ora in un periodo di transizione che inevitabilmente porterà a caos e incertezze?
fonte: il portale del ministero dell’Economia francese
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