Riprendendo un fortunato libro del politologo americano, Robert Kagan, del 2003, intitolato “Of Paradise and Power” dove si mettevano a fuoco le differenze emergenti tra chi come gli americani credeva più nel potere della guerra e chi come gli europei nel dialogo, ora potremmo aggiornare le posizioni dell’epoca sostituendo gli americani con i sovranisti e gli europei con i multilateralisti. Il risultato aggiornato al 2019 potrebbe essere che “i sovranisti vengono da Marte e i multilateralisti vengono da Venere”.
Le conseguenze, in vista delle importanti elezioni europee del 23 maggio, sono molto interessanti. Anche in questo caso chi viene da Venere potrebbe apparire svantaggiato rispetto ai più bellicosi sovranisti decisi a cambiare gli equilibri di potere in Europa, ma non è affatto così. Vediamo perché.
Secondo il testo di Kagan del 2003 gli europei e gli americani non avevano più la stessa visione strategica su come difendere il sistema della democrazia liberale dagli attacchi delle potenze autoritarie. L‘Europa stava andando verso un mondo fatto di negoziazione e cooperazione transnazionale. Stava entrando in un paradiso post-storico di pace, la realizzazione in terra della sogno della “pace perpetua” del filosofo tedesco Immanuel Kant.
Nel frattempo, gli Stati Uniti rimanevano con i piedi ben saldi nella storia, pragmaticamente più vicini a un mondo hobbesiano, in cui le leggi e le regole internazionali sono inaffidabili e dove la difesa e la promozione di un ordine liberale dipendono ancora dall’uso della forza militare. Insomma lo Zio Sam era uno sceriffo del mondo più simile a un pistolero alla John Wayne che a un prudente diplomatico addetto a forgiare politiche per dissinnescare le crisi mondiali.
Ecco perché allora secondo Kagan su importanti questioni strategiche e internazionali, gli americani venivano da Marte (dio della guerra) e gli europei da Venere (dea dell’amore). Anzi Kagan, ancora più esplicito, diceva che gli americani avevano il potere militare mentre gli europei lo stavano perdendo, così lo sostuivano con il soft power, un impero che si andava costituendo per consenso e libera accettazione dei paesi che venivano inglobati con libera scelta.
Bene, ora stiamo assistendo al M5S italiano che appoggia il movimento di protesta dei Gilet gialli francesi, mentre la Lega di Matteo Salvini cerca alleanze con i paesi europei di Visegrad. Una manovra che cerca di formare un vasto movimento anti-establishment europeo che vuole sfondare in Europa e cambiarne gli equilibri a favore dei sovranisti.
I sovranisti e populisti europei sono convinti che l’Europa debba riportare il potere a livello nazionale riducendo i poteri della Commissione, Parlamento e Consiglio a favore di un sistema intergovernativo. Gli europeisti, invece, credono che l’Europa per contare in un mondo multipolare, debba aumentare la propria sovranità a livello federale. Trump e Putin, per ragioni diverse, puntano ad indebolire l’Unione europea a favore dei sovranisti.
L’unilateralismo di Trump
Kagan ha appena pubblicato un interessante testo su Brookings e il Washigton Post “‘America First’ is only making the world worse. Here’s a better approach”, in cui suggerisce agli americani di scordarsi quanto prima della politica unilateralista e nazionalista di Trump foriera nel breve di grossi guai, per diventare, più simili agli europei che aveva aspramente criticato e messo alla berlina nel 2003. Scherzi della storia, ma gli va riconosciuto il merito di ammettere gli errori passati.
Secondo Kagan, che ammette anche il tremendo errore della guerra in Iraq contro Saddam Hussein da lui fortemente sostenuta, “se gli Stati Uniti abdicano al loro ruolo guida nel plasmare le regole e le istituzioni internazionali – e mobilitare gli altri per difenderli – allora accadrà una di queste due cose: altre potenze entreranno e faranno muovere il mondo in modo da far avanzare i loro interessi e valori a scapito dei nostri. O, più probabilmente, il mondo scenderà nel caos e nel conflitto, e la giungla ci raggiungerà, come negli anni ’30”.
Ecco perhé i sovranisti vengono da Marte, e i multilateralisti da Venere. Ed è meglio tifare per i secondi, o se preferite che Kant vinca su Hobbes.