La Merkel in Grecia per salvare l’intesa sulla Macedonia, mantenere l’austerity e fare affari

Agenda ricca di impegni per Angela Merkel ad Atene. Il cancelliere tedesco solleciterà la Grecia a proseguire con le difficili riforme economiche, mantenere una rigida disciplina fiscale, salvare l’accordo con Skopje sul nome di Macedonia del Nord e proseguire con le privatizzazioni nel corso della visita di due giorni ad Atene dal 10 all’11 gennaio per la prima volta in quasi cinque anni.

Merkel, la cui insistenza sulle misure di austerità in una fase di recesione durante la crisi del debito greco l’ha resa estremamenete impopolare tra i greci, incoraggerà anche i politici greci a sostenere un accordo sul nome con la Macedonia del Nord di Skopje che la Germania e l’Unione europea e il Pentagono  sperano di promuovere per rafforzare la pace e la stabilità nella regione balcanica.

Il primo ministro di sinistra Alexis Tsipras, che è in calo nei sondaggi di opinione in vista delle elezioni parlamentari di quest’anno, ha promesso di invertire la rotta su alcune riforme impopolari in seguito all’uscita dal terzo piano di aiuti dal 2010 avvenuto lo scorso agosto. Tsipras ha sospeso il taglio (il quattordicesimo) delle pensioni e ha previsto alcune norme di aiuti alle famiglie più povere ma è in difficoltà con la massa degli NPL nei bilanci delle banche greche e con le turbolenze dei mercati che non gli consentono di tornare sui mercati dei capitali a tassi accettabili.

Gli anarchici hanno indetto come di consueto proteste di piazza contro la visita della Merkel. La Germania è anche preoccupata per la capacità del governo di Tsipras di far passare in parlamento uno storico accordo che si è concluso con la vicina Macedonia, che potrebbe cambiare il nome di quel paese in Repubblica del Nord della Macedonia. Berlino sa che la rotta balcanica dei migranti diretti dalla Turchia in Germania si è interrotta proprio al confine macedone, nel villaggio greco di Idomeni,  e se Skopje dovesse tornare sotto la sfera di influenza russa o lasciata a se stessa tutto sarebbe possibile e rimesso in gioco. Berlino vuole stabilizzare l’area e fare entrare Skopje nella Ue e poi nella Nato.

Il partner minoritario della coalizione di destra di Tsipras, i Greci Indipendenti, guidati dal pirotecnico ministro delle Difesa Panos Kammenos ha minacciato di dimettersi dal governo se l’accordo dovesse arrivare in parlamento. Molti greci vogliono che il vicino settentrionale del paese lasci cadere il termine “Macedonia” dal suo nome, (oggi il paese si chiama ufficialmente Fyrom, ex repubblica jugoslava di Macedonia) dicendo che implica un’affermazione territoriale su una provincia della Grecia settentrionale con lo stesso nome, quella con a capo la città di Salonicco.

La Germania considera l’accordo sul nome come un suo trionfo diplomatico che spiana la strada alla piccola repubblica ex-jugoslava di aderire all’Unione europea e alla NATO e limita la portata dell’influenza russa nei Balcani.

 

Neo Dimokratia

L’11 gennaio la Merkel incontrerà Kyriakos Mitsotakis, leader del partito popolare Neo Demokratia, formazione che è in testa nei sondaggi di opinione che è anche contrario all’accordo con la Macedonia. Mitsotakis ha appena partecipato alla riunione della Csu in Baviera e vanta forti legami con l’establishment tedesco più conservatore.

La questione delle privatizzazioni (la Fraport, la società degli aeroporti  di Francoforte controlla già 14 aeroporti regionali greci) sarà al centro dei colloqui. Anche la società aeroportuale tedesca AviAlliance, che possiede al 49% l’aeroporto di Amburgo e il 30% di quello di Dusseldorf in Germania, ha vinto nel 2017 il rinnovo della concessione per 20 anni fino al 2046 dell’aeroporto di Atene per una somma pari a 600 milioni di euro. Nel terzo piano di aiuti da 86 miliardi di euro la Grecia aveva promesso nel 2015 alla Ue e al Fmi di rinnovare la concessione per l’aeroporto della capitale greca, il maggiore del Paese, alla sua scadenza.

Come promesso il governo di sinistra guidato da Alexis Tsipras ha poi mantenuto fede all’impegno e il Fondo per le privatizzazioni greco (Hradf) ha poi confermato il rinnovo della concessione alla Aia, l’Athens International Airport, la società che gestisce l’aeroporto di Atene dal 1995. Più in dettaglio la società aeroportuale tedesca AviAlliance (al 40%) e il gruppo greco Copelouzos (al 5%) hanno una quota complessiva del 45 per cento nella società aeroportulae di Atene ( AIA). Il fondo greco per le privatizzazioni HRADF detiene una quota del 30% e il governo greco del 25%. Ora però Berlino vuole verificare se è possibile intensificare i rapporti economici anche nel promettenete e vitale settore del turismo e delle energie rinnovabili. Va ricordato che la società di comunicazioni Ote, la maggiore del paese, vede una solida partecipazione della Deutsche Telekom al 45%.

Si parlerà probabilmente anche di reti del gas del Mediterraneo orientale verso la Grecia anche se Berlino, con il raddoppio del North Stream nel Mar Baltico, non è particolarmente preoccupata degli sviluppi dei progetti energetici nel quadrante sud orientale della Ue.