Gli esperti di questioni asiatiche hanno segnato da mesi la data del 22 gennaio sul loro calendario perché quel giorno a Mosca si terrà un importante summit bilaterale, i cui lavori di preparazione sono stati posti all’ultimo vertice Asean di Singapore, tra il capo del Cremlino, Vladimir Putin, e il premier giapponese Shinzo Abe che poi ripartirà alla volta di Davos.
Il Cremlino si aspetta colloqui “impegnativi” durante l’incontro a Mosca in programma il 22 gennaio tra il presidente Putin e il premier nipponico Shinzo Abe sulla spinosa questione delle isole Curili e del trattato di pace tra Russia e Giappone: lo ha detto il consigliere del Cremlino, Iuri Ushakov, sottolineando che serve una soluzione che sia sostenuta da “entrambe le nazioni”. Le isole Curili furono occupate dai sovietici alla fine della Seconda guerra mondiale e sono ancora rivendicate dal Giappone. La questione resta quindi ancora aperta e finora ha impedito la firma di un trattato di pace tra Mosca e Tokyo dopo la Seconda guerra mondiale.
I due leader stanno cercando di riallacciare un difficile dialogo per giungere alla firma della pace, trattato mai firmato tra i due paesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Uno dei motivi per cui non si mai giunti a un trattato di pace dopo tutti questi anni è proprio il conflitto sulla sovranità delle isole Curili meridionali, per le quali Tokio chiede la restituzione ma Mosca resiste temendo che possano essere usate in seguito per collocarvi basi militari americane.
Insomma tutti ammettono che ci sono ancora molte difficoltà nell’affrontare la complessità del tema dopo tanti decenni ancora irrisolto. Il ministro degli esteri russo, Lavrov ha detto ai giornalisti che per arrivare alla stipula della pace, “è necessario che il Giappone riconosca il bilancio complessivo della guerra e la sovranità della Russia sulle isole in questione”. Un passo difficile per Abe che sulla questione teme l’opposizione dell’opinione pubblica e delle frange più nazionaliste del paese.