Il presidente Donald Trump (grazie ai suggerimenti di un veterano della politica estera americana, il consigliere per la sicurezza John Bolton) sta usando le sanzioni economiche agli aytollah iraniani per colpire i cinesi di Huawei, come pure sta congelando beni negli Usa della società petrolifera di stato venezuelana Pdvsa per colpire il presidente Maduro e costringerlo alla resa. Insomma il ministro del Tesoro Steven Mnuchin sembrerebbe più efficace di uno sbarco dei marines, almeno in questa fase della rinnovata e muscolare politica estera americana.
Il caso Huawei
Washington accusa il gigante delle tlc e dei telefonini Huawei e uno dei suoi top manager, il chief financial officer nonché figlia del fondatore della società Meng Wazhou, di furto di segreti commerciali e di frode per la violazione delle sanzioni contro l’Iran. Accusa pesanti che precedono di pochi giorni il nuovo round di trattative commerciali fra Stati Uniti e Cina, in programma il 30 e 31 gennaio nella capitale americana.
Huawei e Meng in particolare sono accusati di aver mentito alle autorità bancarie per evitare dubbi ed eventuali domande su transazioni con l’Iran. Transazioni da milioni di dollari, afferma il ministro della sicurezza nazionale Kirstjen Nielsen. Secondo l’accusa Meng – attualmente in Canada dopo il suo arresto in dicembre e per la quale gli Stati Uniti stanno cercando l’estradizione – avrebbe ripetutamente mentito nel 2013 sui rapporti fra Huawei e la società iraniana Skycom.
Le sanzioni al Venezuela
Juan Guaidò – il presidente del Parlamento di Caracas che si è autonominato presidente del paese – ha alzato i toni della sua sfida contro Nicolas Maduro annunciando di aver preso il controllo dei fondi della petrolifera statale Pdvsa negli Usa, chiudendo così il flusso finanziario dal quale proviene più del 70% dei fondi di cui dispone il Venezuela.
E gli Usa hanno subito risposto positivamente alle richieste di Guaidò: il Tesoro americano ha annunciato il blocco di tutti i conti e gli asset della Pdvsa e della sua filiale Citgo, negli Usa, e in parallelo Guaidò ha informato da Caracas di aver dato inizio ad una “presa di controllo progressiva ed ordinata” dei beni che lo Stato venezuelano possiede all’estero.
Mossa evidentemente concordata poiché sia Guaidò quanto il segretario del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, hanno dato le stesse motivazioni per questa azione. Mnuchin ha detto che servirà “per prevenire maggiori malversazioni dei fondi venezuelani da parte di Maduro” e il “presidente incaricato” ha confermato. Un colpo pesante per Maduro. Il Venezuela è attualmente, insieme a Canada ed Arabia Saudita, il principale fornitore di greggio degli Usa, dal quale importa anche prodotti per raffinare il proprio petrolio. Secondo fonti del settore, il blocco di Pdvsa negli Usa rappresenta circa 7 miliardi di dollari in asset e 11 miliardi di dollari in ricavi dell’esportazione.