La troika (oggi diventata un quartetto dopo l’ingresso dell’Esm, il fondo salva stati a fianco di Commissione Europea, Bce e Fmi) è contraria all’aumento del salario minimo greco balzato da 586 a 650 euro (+11%) . I creditori della Grecia hanno espresso preoccupazione durante la riunione del 1° febbario a Bruxelles dell’Euro Working Group, gli sherpa che predispongono i lavori per i ministri dell’eurogruppo. Un cambio di clima inaspettato a Bruxelles dopo la felice conclusione dello storico accordo sul nuovo nome della Macedonia che dopo 17 anni di contenzioso apre la strada di Skopje all’ingresso nella Ue e nella Nato.
L’incontro dei creditori ha concluso che il secondo rapporto sulla conformità agli accordi sottoscritti con Atene dopo la sua uscita dal terzo piano di aiuti il 20 agosto scorso non sta andando come previsto. Insomma Pacta servanda sunt, i patti vanno rispettati anche sotto il Partenone.
Il punto di frizione che ha generato la maggiore preoccupazione da parte dei creditori è stato l’annunciato aumento del salario minimo. Un fulmine a ciel sereno. Un punto che il premier Alexis Tsipras ha giocato per tentare di recuperare consensi rispetto a Neo Dimokratia di Mitsotakis.
Sembra che nemmeno i tecnici greci avessero osato proporre ai creditori un aumento salariale minimo dell’11%. Possibile? Ovviamente un aumento del costo del lavoro così ampio apre orizzonti preoccupanti. Potrebbe avere un effetto positiovo per i consumi, ma per la competitività sarebbe un colpo duro. A essere preoccupati sono soprattutto i paesi anseatici attenti a rispettare il mantra ordoliberale dei conti in ordine anche in fase recessiva (salvo che la recessione colpisca la Germania o la Francia, in quel caso come avvenne in passato con il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder e il presidente Jacques Chirac il Patto di stabilità e conseguenti sanzioni non si applica con il pretesto che si stanno facendo le riforme strutturali) . Il governo greco invece canta vittoria: “Oggi inizia una nuova era per i giovani occupati del Paese. Un’era con più diritti, più dignità “, ha dichiarato il più giovane ministro del governo Tsipras, il ministro del lavoro Effie Achtsioglou all’agenzia di stato ANA-MPA.
Preoccupazioni in aumento
Un’altra fonte di preoccupazione dell’Euro Working group è stato lo stato delle banche grechcon troppi Npl. Per lo Esm, il meccanismo europeo di stabilità, il tasso di riduzione delle sofferenze è stato deludente e sta mettendo a rischio la ripresa delle banche nazionali. I creditori hanno anche espresso preoccupazione per i ritardi nella restituzione dei pagamenti ai fornitori. Insomma dopo il ritorno sui mercati per 2,5 miliardi di euro di un bond quinquennale greco lal 3,6% di rendimento la luna di miele tra Atene i creditori potrebbe presto finire a causa di manovre espansive di stampo elettoralistico fatte per incassare le preferenze degli elettori.