E’ ufficiale: la Germania è in recessione tecnica industriale. Ma niente allarmi la ripresa è in vista trainata dal settore automobilistico. Secondo Stefan Shilbe, chief economist della HSBC, a dicembre, la produzione industriale tedesca è tornata a scendere, con -0,4% mese su mese a causa della debole attività edilizia (-4,1% mese su mese). La lettura è risultata inferiore al consenso (+ 0,8%), sebbene il dato di novembre sia stata riveduta da -1,9% a -1,3% mese su mese.
Detto questo HSBC ritiene che ciò ha spinto il tasso trimestre su trimestre -1,5% dopo -1,7% nel terzo trimestre, ottenendo così la peggiore performance in due trimestri consecutivi dalla crisi finanziaria globale nel quarto trimestre 2009, spingendo ufficialmente l’economia tedesca in una recessione industriale. Un campanello d’allarme che non va però drammatizzato.
La caccia al colpevole
Il principale colpevole secondo gli analisti di HSBC per la lettura negativa del mese su mese è stato il settore delle costruzione, che è crollata del -4,1% mese su mese. Sebbene quest’ultima sia stata probabilmente esasperata dalle cattive condizioni meteorologiche, anche la tendenza generale delle attività di costruzione sta calando. Attenzione però: a dicembre la produzione industriale esclusa le costruzioni è aumentata dello 0,2%. Nel frattempo, c’è stato un forte contributo positivo dalla produzione di auto, che ha rimbalzato fortemente a dicembre. In termini anno su anno, tutti i settori hanno mostrato tassi negativi
Viste le cadute osservate negli ultimi mesi, non sorprende affatto che l’industria tedesca non abbia evitato la recessione. Un avvertimento, tuttavia, è che il tasso mese su mese negativo era principalmente dovuto a dati del settore delle costruzioni, che probabilmente erano influenzati dalle condizioni meteorologiche avverse. Insomma gli analisti di HSBC invitano a non esasperare il dato perché c’è anche un altro segnale incoraggiante , cioè che la produzione di auto è in ripresa, indicando una normalizzazione in corso nel settore. Pertanto, HSBC resta fiduciosa sul fatto che il settore industriale tedesco possa ritrovare la sua intonazione positiva nel 2019.
Bce pronta ad intervenire
“I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro si sono orientati al ribasso per via delle persistenti incertezze connesse a fattori geopolitici e alla minaccia del protezionismo, alla vulnerabilità dei mercati emergenti e alla volatilità dei mercati finanziari”. Lo rileva la Bce, confermando che il consiglio direttivo “è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui a dirigersi stabilmente” verso l’obiettivo prossimo al 2%.
Le stime di Deutsche Bank per l’Eurozona
La Deutsche Bank ha calcolato alcuni scenari realativi a possibili shock economici. Il più cupo è il crollo della Cina: in caso di recessione della Cina, la crescita nell’Eurozona potrebbe scendere a -0,2%. In caso di guerra commerciale scatenata dagli Usa di Donald Trump, il Pil dell’Eurozona potrebbe scendere allo 0,4%, in caso di hard Brexit s allo 0,1%. Deutsche Bank prevede fortunatamente anche uno scenario di base con una crescita del Pil eurozona dello 0,9% per il 2019.