Ancora un braccio di ferro ad Atene tra il governo Tsipras e i creditori dell’eurozona. Possibile? Vediamo i dettagli. La Grecia rischia di non ottenere circa 750 milioni di euro il mese prossimo, che ha ottenuto con l’accordo sulla riduzione del debito con la zona euro ottenuta a giugno dello scorso anno ,perché non ha portato a termine le riforme concordate. Lo riporta la Reuters dopo aver sentito dei funzionari Ue lunedì 18 febbraio nei palazzi europei a Bruxelles.
Solite schermaglie tra la troika e Atene come spesso è avvenuto negli ultimi 9 anni? Non proprio perché l’incerto voto europeo si avvicina e la tensione politica aumenta anche ad Atene. Il denaro fa parte di circa 4,8 miliardi di euro di profitti provenienti da obbligazioni greche detenute dalle banche centrali dell’area dell’euro, da restituire ad Atene entro la metà del 2022 in tranche semestrali e da una rinuncia al margine di interesse progressivo su parte dei prestiti della zona euro.
Insieme, le due misure ammontano a 750 milioni ogni sei mesi. La somma di denaro è stato concepito dalla troika come un incentivo per Atene e a continuare con le riforme adottate nei suoi tre salvataggi dal 2010, per un valore complessivo di oltre 280 miliardi di euro di nuovi crediti mentre il debito è rimasto al 180% del Pil.
Il 27 febbraio la Commissione europea pubblicherà un rapporto che illustra i progressi della Grecia nell’attuazione delle riforme concordate. La conclusione di questo rapporto sarà fondamentale per i ministri delle finanze della zona euro per decidere se consentire o meno l’erogazione della tranche.
“La relazione probabilmente dirà che la Grecia non ha completato le riforme concordate”, ha detto un funzionario della zona euro. “I ministri delle finanze della zona euro, che si incontrano per discutere il problema l’11 marzo, non consentiranno l’erogazione a meno che Atene non completi le azioni tra il 27 febbraio e l’11 marzo”, ha detto il funzionario.Insomma il braccio di ferro continua. Ci sono 16 diverse riforme a diversi stadi di completamento, ma quelle chiave, hanno detto i funzionari, sono legate alla liquidazione degli arretrati del governo, al sistema di assistenza sanitaria di base e agli appalti centralizzati di assistenza sanitaria e al quadro giuridico per la risoluzione delle sofferenze bancarie, in particolare la legge sull’insolvenza delle famiglie.
“Il problema principale è la legge sull’insolvenza, in cui è necessario un equilibrio tra protezione dei proprietari di case a basso reddito e le banche. La parte greca che vuole rendere meno severa l’attuale normativa per i proprietari meno abbienti sta ancora lavorando sulla legge e continua a ricvere i pareri dalle istituzioni,” ha reso noto un secondo funzionario della zona euro. Se i ministri della zona euro decidessero di trattenere la quota della rata a marzo, questa potrà ancora essere sborsato a in una fase successiva, una volta che tutte le riforme saranno state effettuate come concordato, hanno detto alla Reuters alcuni funzionari europei.