Il governo del premier greco, Alexis Tsipras – un ex radicale di sinistra ora divenuto un paladino delle indicazioni della Unione Europea e della Nato – ha presentato alla Commissione europea un piano per aiutare le banche del paese ad accelerare le cessioni di crediti inesigibili, nel tentativo di ripristinare la fiducia nel settore pesantemente colpito dalla crisi economica.Le banche greche sono alle prese con una montagna di 88,6 miliardi di euro di crediti inesigibili, un pesante retaggio della crisi finanziaria del paese iniziata nel 2010 e che ha visto la formazione di tre piani di aiuti con l’intervento anche del Fondo monetario internazionale per un totale di 280 miliardi di euro di crediti. I crediti inesigibili limitano la loro capacità di fornire credito alle imprese e alle famiglie e rischia di frenare la crescita mentre la ripresa economica sembra stia guadagnando slancio.La proposta del governo Tsipras, riporta la Bloomberg, è per un modello in stile italiano in cui il debito viene convogliato in veicoli speciali che poi vendono obbligazioni agli investitori. Il piano prevede anche potenziali garanzie governative per le tranche di debito più sicure.Le banche greche hanno guadagnato in Borsa il 2% quest’anno, dopo aver perso il 50% nel 2018 per i dubbi degli investitori di poter ripulire i loro bilanci abbastanza velocemente. Gli istituti di credito ellenici hanno superato uno stress test condotto dalla Banca centrale europea lo scorso anno, ma sono sotto pressione dalle autorità di vigilanza di Francoforte per ridurre le loro posizioni in sofferenza.La proposta del governo Tsipras è una delle numerose che sono state avanzate negli ultimi mesi, con la Banca di Grecia guidata da Yanis Stournaras che sta lavorando a un piano, in base al quale i creditori trasferiscono dei crediti fiscali differiti a una società veicolo, che venderebbe poi obbligazioni e utilizzerà i proventi per acquistare crediti inesigibili.
Tre piani in campo
Parallelamente, il governo Tsipras ha anche un altro piano per pompare fino a 1 miliardo di euro nelle banche nei prossimi cinque anni, sovvenzionando una parte dei pagamenti dei mutui delle famiglie. Una mossa pensata probabilmente per migliorare la posizione di Syriza, il partito di maggioranza relativa che è in svantaggio nei sondaggi rispetto al partito conservatore Nea Dimokratia, in vista dell’appuntamento elettorale del voto politico di novembre.
Intanto la Grecia rischia di non ottenere circa 750 milioni di euro il mese prossimo, che ha ottenuto con l’accordo sulla riduzione del debito con la zona euro ottenuta a giugno dello scorso anno, perché non ha portato a termine le riforme concordate. Lo riporta la Reuters dopo aver sentito dei funzionari Ue lunedì 18 febbraio nei palazzi europei a Bruxelles.
Solite schermaglie tra la troika e Atene come spesso è avvenuto negli ultimi 9 anni? Non proprio perché l’incerto voto europeo si avvicina e la tensione politica aumenta anche ad Atene. Il denaro fa parte di circa 4,8 miliardi di euro di profitti provenienti da obbligazioni greche detenute dalle banche centrali dell’area dell’euro, da restituire ad Atene entro la metà del 2022 in tranche semestrali e da una rinuncia al margine di interesse progressivo su parte dei prestiti della zona euro. Se i ministri della zona euro decidessero di trattenere la quota della rata a marzo, questa potrà ancora essere sborsato a in una fase successiva, una volta che tutte le riforme saranno state effettuate come concordato, hanno detto alla Reuters alcuni funzionari europei.