Il vertice Ue visto da un punto di vista americano lascia qualche perplessità sui tempi

Come è andato il vertice del Consiglio europeo del 23 aprile sulla risposta da dare agli effetti economici del Covid 19 secondo una prospettiva americana, il maggior alleato della Ue sia militarmente che economicamente?  Il ‘Recovery fund’, il fondo per la Rinascita europea come è stato battezzato un po’ enfaticamente,  sostenuto in prima linea dall’Italia del Governo Conte bis, “rimane un foglio bianco”. Un giudizio non proprio incoraggiante forse un po’ ingeneroso quello espresso in un report di Bank of America (BofA) alla luce dell’esito del Consiglio europeo.

Comunque interessante per capire il punto di vista di un protagonista di primo piano di Wall Street su come si muove la Ue. “Il Consiglio Ue – sottolineano gli analisti di BofA – è andato in gran parte come previsto alla vigilia. I negoziati devono continuare, a livello europeo la Commissione ha il mandato di approfondire il lavoro sul ‘Recovery plan ( il piano per la ripresa) collegato al bilancio Ue” che dovrebbe essere presentato dalla Commissione di Ursula Von der Leyen entro il 6 maggio. Secondo la banca d’affari americana, “questo potrebbe essere sufficiente” per tenere a bada i mercati ma solo per ora. Non a caso S&P’s ha mantenuto il rating invariato dell’Italia contando sulla rete di protezione della Bce. Tuttavia, nel report si sottolinea come non ci sia ancora “nessun dettaglio sulle linee di credito Mes” e “non ci sia un campo da gioco per il ‘recovery fund'”. Mentre “sembra prevalere il disaccordo”. Come parte del bilancio dell’Ue, il fondo non avrà effetti prima del 2021, osserva Bofa, anche se fonti europee non esludono un bridge o soluzione ponte “e probabilmente affronteremo mesi di lunghi negoziati prima di ottenere chiarezza sulla sua dimensione o struttura”. E questo fa temere che “la ripresa del 2021 rischia di essere molto superficiale e molto asimmetrica”. Secondo gli analisti di Bank of America, “permane una mancanza di consenso, in particolare per quanto riguarda la struttura dei prestiti rispetto alle sovvenzioni”. Il risultato atteso del Consiglio europeo, che “i leader hanno fatto del loro meglio per vendere come progresso”, per la banca d’affari non è incoraggiante.

La Commissione ha respinto l’ipotesi di una bad bank europea

La Commissione Von der Leyen ha affermato che sta non lavorando all’ipotesi di creare una bad bank europea per liberare le banche dai crediti deteriorati, malgrado le pressioni in questo senso da parte della Banca centrale europea guidata dall’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale  Christine Lagarde.  Nei giorni scorsi il Financial Times, il quotidiano economico della City londinee,  ha rivelato che la Bce era impegnata in discussioni “a alto livello” per la creazione di una bad bank della zona euro per eliminare miliardi di euro di sofferenze , cioè Npl dai bilanci delle banche, ma la proposta ha incontrato resistenza dentro la Commissione. “Abbiamo visto le notizie di stampa sulla creazione di una bad bank dell’Ue”, ha detto il 20 aprile un portavoce della Commissione, Daniel Ferrie: “non c’e’ alcun lavoro in corso su questo alla Commissione europea”. Secondo il portavoce, l’Ue ha “già regole per assicurare la resilienza delle istituzioni finanziarie”. Dossier archiviato, almeno per ora.