La cautela Ue sui paesi con debito eccessivo

Bruxelles nei giorni scorsi ha dato il disco verde al massiccio uso del denaro pubblico per sostenere l’economia dell’Italia sotto stress per il Covid 19, ma vorrebbe che le misure approvate fossero “temporanee”. Altrimenti il debito rischia di andare fuori controllo. Bruxelles infatti prevede che l’indebitamento italiano aumenti dal 134,7% nel 2019 al 159,6% del Pil nel 2020. Si tratta di un incremento del debito pubblico di quasi 25 punti percentuali in un anno.
Quindi sì a continuare con le misure di sostegno all’economia anche nel 2021 per far fronte alla tremenda crisi economica scatenata dalla pandemia di Covid-19 per attenuare gli effetti sociali, ma bisogna tornare a “posizioni prudenti” non appena le condizioni epidemiologiche ed economiche lo consentiranno. E’ questo in sintesi l’appello della Commissione europea guidata dalla popolare tedesca Ursula von der Leyen ai paesi dell’eurozona, nell’ambito del cosiddetto pacchetto di autunno dell’esecutivo Ue.
L’avvertimento, in modalità “soft” visto che il Patto di stabilità e relative sanzioni è congelato, è rivolto soprattutto ai Paesi osservati speciali a causa dell’alto debito pubblico in rapporto al Pil: Italia, Francia, Spagna, Belgio, Grecia e Portogallo. Un gruppo sempre più numeroso. Il pacchetto presentato – ha precisato la Commissione – si basa sulle previsioni economiche d’autunno 2020 https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-performance-and-forecasts/economic-forecasts/autumn-2020-economic-forecast_en secondo le quali lo shock economico causato dalla pandemia di coronavirus lascera’ la produzione nell’Ue al di sotto dei livelli pre-pandemici fino al 2022.
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Quanto ai documenti programmatici di bilancio 2021 presentati dai Paesi – vista la sospensione delle regole del Patto di stabilità – la Commissione si limita bonariamente a valutare se le misure previste per l’anno siano temporanee e, in caso negativo, se siano previste misure di compensazione. Questo è il punto delicato.
“Alcune misure stabilite nei documenti programmatici di bilancio di Francia, Italia, Lituania e Slovacchia non sembrano essere temporanee o compensate da misure di compensazione”, ha precisato con certosina attenzione l’esecutivo Ue. Ammonimenti ricorrenti o c’è qualcosa di più?
Per quanto riguarda l’Italia in particolare, Bruxelles ritiene che il documento programmatico di bilancio dell’Italia, la bozza di bilancio,  “sia nel complesso in linea con la raccomandazione adottata dal Consiglio il 20 luglio 2020: la maggior parte delle misure stabilite nel documento programmatico di bilancio dell’Italia sostengono l’attività economica in un contesto di notevole incertezza”. Tuttavia, continua Bruxelles, “alcune misure non sembrano essere temporanee” o coperte ” da misure di compensazione”. Questo è il punto debole della bozza di bilancio italiano.
“Dato il livello del debito pubblico italiano e le elevate sfide di sostenibilità a medio termine prima dello scoppio della pandemia Covid-19, è importante che l’Italia assicuri che, quando adotta misure di bilancio di sostegno, venga preservata la sostenibilità fiscale a medio termine”, ha ribadito la Commissione. Il governo giallo-rosso dell’Italia è invitato a “rivedere regolarmente l’efficacia e l’adeguatezza delle misure di sostegno e ad essere pronta ad adattarle, se necessario, alle mutevoli circostanze”.
Le misure italiane sotto osservazione
In altri termini l’esecutivo Ue “sta valutando le ripercussioni sul bilancio nel medio e lungo termine” di una serie di misure italiane “che riguardano contributi previdenziali particolari, la creazione di crediti d’imposta e risorse allocate a ministeri e altri servizi pubblici o alle regioni” che messe assieme valgono “per un totale dell’1% del Pil”, ha precisato il vicepresidente della Commissione europea, il “falco” Valdis Dombrovskis.
Non si tratta comunque di una bocciatura delle misure dell’Italia, precisa il commissario Ue, Paolo Gentiloni, nella parte del poliziotto buono, perché in questa fase Bruxelles non richiede ai paesi dell’eurozona di mettere mano a correzioni. “Il messaggio della Commissione https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_20_2105 non riguarda il contenuto di queste misure che possono essere pienamente giustificate, ma riguarda il loro impatto sulla finanza pubblica a medio e lungo termine”, ha aggiunto l’ex premier. In questa fase – ha garantito Gentiloni – non stiamo valutando obiettivi quantitativi da rispettare”.
Attendendo il Recovery Fund
Per uscire dalla crisi comunque, ha sottolineato Gentiloni, è necessario adottare rapidamente il Recovery Fund. “La maggior parte delle misure incluse nei bilanci 2021 dei paesi dell’area dell’euro sostengono giustamente l’attività economica. Ma una ripresa forte ed equilibrata dipende da una rapida entrata in vigore di Next Generation UE”, ha detto l’ex premier.
Un rapido via libera al Recovery “è cruciale” per “ricostruire la fiducia, rilanciare gli investimenti e portare avanti riforme per preservare il nostro pianeta, costruire società più eque e realizzare con successo la digitalizzazione. Quindi chiedo ai governi della Ue di mostrare un forte senso di responsabilità nei confronti dei propri cittadini e di tutti gli europei in questo momento cruciale”.
Il problema è che Ungheria e Polonia, a cui sembrava si fosse aggiunta la Slovenia ma poi la mossa sembra rientrata, stanno minacciando il veto sul bilancio pluriennale (e quindi sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro) se non verranno ritirate le proposte del Parlamento europeo sul rispetto dello stato di diritto. Il braccio di ferro con i due esponenti del Gruppo di Visegrad non sembra essere finito nonostante il semestre di presidenza tedesco si sia impegnato a fondo sul dossier.