Valéry Giscard d’Estaing, presidente della Repubblica francese dal 1974 al 1981, scomparso all’età di 94 anni, ha lasciato un segno indelebile nella storia della Quinta Repubblica e della costruzione europea. Ma chi era davvero Valery Giscard d’Estaing? Lo statista che inventò il motore franco-tedesco nella piccola Europa dei sei paesi fondatori con l’Italia e il Benelux. Oggi sembra prassi normale che i due paesi siano considerati il motore dell’Unione a 27, ma allora c’era ancora molta diffidenza tra Parigi e Bonn, capitale di una Germania divisa e vista con sospetto.
Il presidente francese Valéry Giscard d’Estaing, l’uomo della grandi scuole francesi, un liberale, seppe convincere il cancelliere Helmut Schmidt, un socialdemocratico, a scommettere pragmaticamente sulla carta dell’unione franco-tedesca come elemento fondante della costruzione europea.
Erano tempi in cui l’irrilevanza dell’Europa divisa in piccoli stati era sempre più evidente di fronte alle crisi energetiche causate dall’Opec, alle turbolenze valutarie globali e dove le superpotenze Usa e Urss dettavano le regole della geopolitica. Così Giscard d’Estaing tentò di coinvolgere la Germania di Schmidt, allora divisa tra Est e Ovest, nel progetto europeo per meglio controllarla nella sua fase di rientro nel consesso delle democrazie occidentali e nello stesso tempo Bonn accettò di dividere il compito con il paese vicino per cercare il riscatto e per tornare a contare tra le cancellerie europee. Un tacito Do ut des tra i due statisti che funzionò. I due posero le basi della costruzione europea (Consiglio, Commissione e Parlamento eletto a suffragio universale nel 1979) e della moneta unica. Non a caso Valéry Giscard d’Estaing, era nato a Coblenza nel in Germania dove suo padre era in missione per la sua banca (era la Germania di Weimar).
Eletto presidente della Repubblica nel 1974, a 48 anni, conquista l’Eliseo battendo il socialista François Mitterrand. Il suo avvento all’Eliseo fa soffiare – dopo gli anni di de Gaulle e Pompidou – un vento di libertà e di novità. Fu con lui che videro la luce in Francia riforme progressiste come l’abbassamento della maggiore età a 18 anni e la depenalizzazione dell’aborto. Il suo mandato però scricchiolò nella seconda parte, con la crisi economica dovuta allo shock petrolifero e i casi sospetti che videro coinvolto il suo nome nello scandalo dei diamanti in regalo dal presidente centrafricano Bokassa. Il 10 maggio 1981 arriva la sconfitta con la quale la Francia voltò di nuovo pagina e scelse come presidente il socialista François Mitterrand.
Europeo convinto fin dagli anni della sua formazione, Giscard prese nel 2001 la guida della Convenzione per l’Europa, incaricata, tra gli altri con Giuliano Amato, di redigere la Costituzione europea, un tomo di 1.037 pagine che sarà però poi bocciata dal referendum popolare proprio dalla sua Francia con il 55% dei no nel 2005. Un mese dopo verrà affossata definitivamente dal referendum in Olanda. A far votare no alla maggioranza dei francesi e degli olandesi fu il fantasma dell’idraulico polacco, una figura che nell’immaginario collettivo avrebbe consentito ai lavoratori dell’Est Europa di invadere i mercati dei servizi di prossimità nell’Europa Occidentale a prezzi stracciati e creando disoccupazione e fallimenti societari. Il tentativo del liberista Giscard di iniettare concorrenza nel settore dei servizi fu fatale alla Costituzione europea, un vulnus mai completamente superato anche dopo il Trattato di Lisbona che in parte riprese i contenuti nella Costituzione bocciata. Un passo falso che bloccò il processo europeo praticamente fino a giorni nostri.